Lettera del Presidente Inu ai Soci

mi rivolgo direttamente a voi, in prossimità dell’Assemblea che si terrà il
prossimo sabato 10 novembre a Bologna, per farvi presente la situazione nella
quale si trova l’INU e per chiedervi uno sforzo straordinario per consentire alnostro Istituto di superare il momento difficile che sta attraversando e di
continuare a svolgere la sua insostituibile attività.

Le difficoltà economiche che hanno segnato la vita dell’INU negli ultimi
anni si sono recentemente accentuate in modo assai preoccupante, soprattutto per
effetto delle varie misure economiche assunte dal Governo a partire dall’estate
2010 volte a ridurre la spesa delle Amministrazioni pubbliche. Come voi tutti
saprete, l’INU non gode di alcun finanziamento pubblico e le risorse necessarie
per il suo funzionamento provengono da due fonti: le quote dei soci e l’attività di
ricerca e consulenza che dalla metà degli anni novanta la struttura nazionale e/o
le Sezioni regionali sono riusciti ad ottenere partecipando a bandi di varia natura,
riuscendo così ad incrementare in modo significativo il bilancio dell’Istituto.

La prima fonte di finanziamento presenta preoccupanti segnali di
riduzione, nonostante l’impegno dell’intera struttura INU nel contatto capillare
con il corpo associativo, soprattutto a causa delle misure di riduzione della spesa
pubblica prima ricordate, che colpiscono in modo particolare, con le limitazioni
imposte dal “patto di stabilità”, le possibilità di associazione degli Enti, il
contributo dei quali è stato di particolare importanza negli ultimi anni. Se gli
ultimi mesi hanno messo in luce l’emergere di tali difficoltà, ancora più
preoccupanti sono le segnalazioni che ci provengono da diversi Enti a noi
associati che ci anticipano le difficoltà di bilancio per il prossimo anno, difficoltà
che potrebbero mettere in discussione anche la modesta cifra rappresentata
dall’iscrizione all’INU. Senza contare le misure di riorganizzazione per
accorpamento delle Province che comportano la drastica riduzione del loro
numero e la conseguente restrizione dell’adesione all’Istituto. L’andamento del
gettito delle quote sociali negli ultimi due anni testimonia meglio di ogni
discorso questa situazione: nel 2010 è stato di oltre 444.000 €, nel 2011 di poco
più di 419.000 € e le previsioni di chiusura dell’anno in corso si attestano intorno
ai 400.000 €; una riduzione quindi di oltre il 10%, quasi interamente imputabile
alla riduzione del contributo degli Enti Associati, mentre assai ridotta è la
diminuzione del gettito delle quote delle persone fisiche.

Ancora più preoccupante è, tuttavia, il dato relativo alle ricerche e
consulenze prestate dall’Istituto nei confronti di varie Amministrazioni pubbliche:
nel 2009 l’introito relativo è stato di 228.500 €, che si sono ridotti a 81.500 € nel
2010 e a meno di 58.000 € nel 2011, mentre per il 2012 tale introito non supererà
i 30.000 €; inoltre, ad oggi, per il 2013 non è previsto alcun introito per questa
attività.

Su questa situazione pesano non solo la già ricordata riduzione della spesa
pubblica, ma anche gli effetti della crisi in atto da alcuni anni, che come noi tutti
addetti del settore ben sappiamo ha in generale notevolmente limitato le attività di
pianificazione.

Anche l’attività di formazione, di fatto una delle missioni principali
dell’Istituto, risente negativamente di questa situazione. Da un lato la Fondazione
Astengo ha dovuto ridurre in modo significativo la propria attività, data la sempre
più esigua adesione ai corsi da parte degli interessati, non più sostenuti dal
contributo degli enti e delle aziende di appartenenza; dall’altro lato la contrazione
delle missioni dei dipendenti pubblici, anche in questo caso richiesta da una
circolare del Governo, ha ridotto la partecipazione alle nostre iniziative,
soprattutto quelle di portata nazionale e quindi più impegnative anche per i costi
da sostenere.

Di fronte a questa situazione non siamo certo stati fermi, ma abbiamo
cercato di reagire con il massimo impegno, rivedendo complessivamente le spese
di funzionamento dell’Istituto, con l’obiettivo di una riduzione generalizzata dei
costi relativi, senza tuttavia mettere in discussione l’attività culturale dell’Istituto,
che è la sua ragion d’essere; in particolare senza interrompere la pubblicazione
delle nostre riviste, che sono il veicolo principale di diffusione della nostra
elaborazione e delle nostre proposte, anche se in questo momento la loro uscita è
rallentata dal grave ritardo nella corresponsione di quanto dovuto, maturato
dall’INU nei confronti di INU Edizioni. Abbiamo, innanzitutto, rinegoziato
l’affitto della sede nazionale ottenendo una riduzione di circa il 20% del canone,
che, tuttavia, è ancora troppo elevato per le nostre possibilità e ci obbliga quindi a
ricercare soluzioni diverse; abbiamo inoltre ridotto le riunioni del Consiglio
Direttivo Nazionale, limitandole a tre per anno, intensificando quelle meno
costose della Giunta Esecutiva, necessarie per la gestione dell’Istituto; abbiamo
anche ridotto i rimborsi per il funzionamento di tutti gli organi collegiali e, se
l’andamento delle nostre entrate continuerà a diminuire saremo costretti a
sospenderli; abbiamo infine eliminato la carta stampata in tipografia, optando per
la soluzione digitale.

Un problema assolutamente rilevante e decisivo per il nostro bilancio è
quello del nostro personale dipendente nazionale, cresciuto nel periodo di
maggiore floridezza finanziaria e di conseguente impulso dell’attività dell’Istituto.
Nelle attuali condizioni non è evidentemente possibile mantenere tale situazione e
abbiamo quindi aperto un confronto sindacale con lo stesso personale per la firma
di un contratto di solidarietà in modo da ridurre l’impegno complessivo, con
l’obiettivo di scongiurare possibili licenziamenti.

Ho cercato di descrivervi la situazione dell’Istituto in modo oggettivo, quale essa
effettivamente è; non posso quindi tacere sulla difficilissima situazione di cassa
che registriamo in questi giorni, con le nostre disponibilità ai minimi storici, in un
periodo, quello di fine d’anno, che non comporta, di solito, l’incasso di quote
associative. Una situazione, dunque, difficile, che mi induce a rivolgermi
direttamente a voi, che siete il corpo vivo dell’Istituto per chiedervi innanzitutto
un impegno straordinario di attività, per garantire la voce e la presenza dell’INU
nel mondo della pianificazione e del governo del territorio, della città e
dell’ambiente e, più in generale, nella cultura italiana; in questo ci sta aiutando la
riorganizzazione del sito web che abbiamo realizzato negli ultimi mesi, sito che è
ricco di notizie, informazioni e documenti sulla nostra attività. Ma voglio anche
sollecitarvi per un concreto impegno di sostegno al nostro Istituto, nei modi e
nelle forme che vorrete e potrete, dalla richiesta del pagamento della quota agli
Enti Associati che non l’abbiano ancora fatto, all’anticipo dì qualche settimana
del versamento della vostra quota individuale per il 2013, alla raccolta di nuove
adesioni all’Istituto e, infine, alla individuazione di ogni attività di ricerca,
sostegno o consulenza, che possano dare un po’ di respiro alla struttura nazionale
e alle Sezioni regionali.

Sabato 10 novembre a Bologna, al termine della 9° edizione di
Urbanpromo, che si svolgerà regolarmente nonostante le molte difficoltà già
ricordate, grazie all’impegno e al sacrificio degli organizzatori, si terrà la nostra
Assemblea annuale; credo sia importante una partecipazione numerosa dei soci,
perché in quella sede, meglio che in ogni altra, potremo prendere le necessarie
decisioni per consentire all’INU di continuare nella sua attività, magari
migliorandola.

Vi attendo quindi numerosi e vi saluto con molta cordialità,

Il Presidente
Federico Oliva

La lettera in .pdf

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