Abbracciamo la cultura, anche l’Inu nell’appello “Più cultura per lo sviluppo”

25/01/2013
(Ansa). Perché Pompei e Venezia, emblemi del patrimonio culturale italiano, si sbriciolano? Perché l’Italia non raggiunge gli obiettivi minimi di spesa del programma “attrattori culturali” e deve restituire 33 milioni di euro all’Unione Europea? Perché ogni anno cinema,
teatri e biblioteche chiudono, mentre tanti talenti non trovano occupazione? Sono alcune delle domande lanciate dall’appello “Più cultura per lo sviluppo”, presentato da Abbracciamo la Cultura, coalizione di più di 100 sigle come l’AIB-Associazione Italiana Bibliotecari, ARCI Assotecnici, Federagit, Legambiente, AUSER-CGIL-CIA. 

Il documento (info su www.abbracciamolacultura.it), nasce per rilanciare la cultura come elemento di “sviluppo equo e sostenibile” per il futuro del paese e tra i primi firmatari conta Susanna Camusso, Andrea Camilleri, Antonio Pappano, Giulio Scarpati, Ettore Scola, Paolo Virzì e Piergiorgio Odifreddi.

“Ci rivolgiamo alle forze politiche e ai cittadini – spiega il segretario confederale Cgil Nicola Nicolosi -. Non è un caso se lo facciamo proprio in questo momento. Stiamo dicendo: “se volete il voto di quell’Italia di cui siamo rappresentanti, state attenti alle nostre richieste. Non solo vi incalzeremo, ma vi vogliamo mettere alla prova”.

“La promozione del nostro patrimonio culturale – aggiunge Simone Ombuen, dell’Istituto Nazionale di Urbanistica – non richiede chissà quali investimenti, ma promozione in rete con il coinvolgimento di risorse umane che noi stessi produciamo”. Si parla, incalza Nicolosi, di un comparto di “585 mila lavoratori secondo l’Istat, molti dei quali in condizioni assurde. Siamo, poi, il primo paese per patrimonio e cultura. Ma il 50% dei nostri 37 milioni di visitatori annui visita solo 8 dei 5 mila musei sul territorio. Possibilità di implementare il settore, con anche nuovi posti di lavoro, ce ne sono tante, ma c’è bisogno di una governance che si metta in moto”.

L’appello chiede dunque “alle forze politiche che si candidano a governare il Paese di assumere l’impegno a considerare la valorizzazione del patrimonio storico, culturale e paesistico italiano una priorità nazionale’. In particolare, con “un impegno straordinario” per “un sistema partecipato di programmazione pluriennale integrata”; “un convinto sostegno al lavoro, in termini professionali, di stabilità e diritti, anche nel mondo degli appalti”; “promozione e partecipazione attiva dei cittadini alla fruizione”; “un ruolo fondamentale” per scuola e università; e un incremento degli investimenti pubblici nel settore per portarli alla media europea. A presentare il manifesto, anche Carlo Testini (ARCI); Vanessa Pallucchi (Legambiente) e Francesca Duimich (Federagit). In platea, Rita Borioni (Pd) e Giulia Rodano (Idv).

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