L’urbanistica per la casa pubblica

06/02/2020
Le politiche per la casa pubblica nel nostro Paese sono nei decenni rimaste “confinate” nelle competenze che fanno capo ai lavori pubblici, o al welfare. Eppure anche la pianificazione urbanistica e il governo del territorio reclamano un ruolo, che deriva dalla consapevolezza che il contributo può essere utile e concreto. Lo testimonia il recente protocollo sottoscritto dall’Istituto Nazionale di Urbanistica e da Federcasa. Per l’Inu le responsabili sono Laura Fregolent, presidente di Inu Veneto, e Laura Pogliani, coordinatrice della Community “Politiche e servizi per l’abitare sociale”.

Fregolent spiega che l’intento dell’accordo è quello di “promuovere attività di riflessione, discussione e ricerca sul tema della casa pubblica. Nello specifico, tra le altre cose, lavorare alla connessione tra pianificazione e standard”. Pogliani ricorda che “con Federcasa avevamo già condiviso delle riflessioni, l’obiettivo del protocollo è mettere in gioco la competenza di Federcasa nel campo dell’edilizia pubblica e l’intenzione di Inu di ragionare sui temi dell’housing e nello specifico sulle dotazioni e i problemi della casa pubblica in Italia”.

Fregolent sottolinea come il ruolo della pianificazione urbanistica possa essere in questo settore rilevante,  “nel momento in cui un’amministrazione pubblica decide di portare avanti un’operazione di trasformazione o avviare una politica di revisione. Attraverso i piani e i progetti si possono impostare previsioni, e non necessariamente per le nuove costruzioni, anche per quanto riguarda la riqualificazione del costruito. Per questo è necessario investire in termini di ricerca, individuare forme virtuose di stimolo, penso a meccanismi fiscali”, che aiutino a incrementare la quota di edilizia pubblica e sociale in fase di pianificazione.

A questo proposito, ad affiancare il protocollo Inu – Federcasa, la sezione Veneto dell’Inu promuoverà nell’ambito del suo prossimo Congresso un convegno sulla casa pubblica, che sarà organizzato in collaborazione con l’Ater di Treviso.

In conclusione Pogliani sottolinea: “Oggi è diventato evidente come non si possa pensare alla casa pubblica come a un problema separato rispetto alla rigenerazione della città. La stagione dell’edilizia pubblica intesa come intervento settoriale va superato, per ragioni economiche ma non solo. Occorre riuscire a mantenere l’impegno pubblico a più livelli per attivare una serie di condizioni, legislative ma anche economiche, per fare in modo che si aumentino le iniezioni di edilizia pubblica e sociale nei piani. Considerato, inoltre, che il tema del recupero del patrimonio pubblico e privato deve essere l’occasione per riuscire a meglio a progettare sia la casa pubblica che la casa sociale e la casa privata”.

A cura di Andrea Scarchilli
Ufficio stampa Istituto Nazionale di Urbanistica

Articolo pubblicato in: Comunicazioni, In Evidenza, InuInforma, NL
 

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