La bellezza del territorio: l’esame di Inu Puglia del disegno di legge regionale

31/01/2020
E’ aperta la discussione in Puglia sul disegno di legge, presentato dalla Giunta regionale, dal titolo “La bellezza del territorio pugliese”. Sul provvedimento, di emanazione dell’assessore all’Urbanistica Alfonsino Pisicchio, c’è stata la consultazione degli Ordini e delle associazioni, tra cui la sezione regionale dell’Istituto Nazionale dell’Urbanistica. Partito l’iter legislativo: il testo è all’esame della Commissione consiliare competente. I rappresentanti di Inu Puglia saranno formalmente “auditi” in questa sede.

L’iter avviato, e il documento di osservazioni prodotto dalla sezione pugliese dell’Inu, consentono riflessioni e considerazioni. Il presidente di Inu Puglia Francesco Rotondo, rilevando che il tema e l’obiettivo sono quelli di “preservare e valorizzare la bellezza del territorio, intento senz’altro nobile e condivisibile”, si chiede se la strada seguita dalla norma sia corretta. Inu Puglia, spiega Rotondo, “ha partecipato con attenzione all’iniziativa dell’Assessorato. Nel disegno di legge c’è una prima parte dedicata a finalità di ampio respiro, che si concentra sulla bellezza all’interno delle città, con l’obiettivo di eliminare i detrattori. Quando tuttavia si entra nelle modalità tecniche di attuazione si riscontrano interventi e misure che in alcuni casi ricalcano la legge sulla rigenerazione urbana del 2008, e rendono permanente il cosiddetto piano casa”, senza introdurre le misure minime per renderlo compatibile con la strumentazione urbanistica (allo stato attuale è uno strumento in deroga tout court). Infatti, non si introduce il divieto di utilizzo del piano casa nelle zone agricole e produttive (aree nelle quali oggi si assiste a potenziali conflitti d’uso) e non si limitano gli interventi di demolizione e ricostruzione all’interno di soglie dimensionali di carattere edilizio (al max 20.000 mc), continuando a consentire anche interventi di carattere urbanistico con procedimento di semplice permesso di costruire (con tutto ciò che ne consegue in termini di congestione, addensamento e assenza dei servizi). Così, prosegue Rotondo, “gli obiettivi e le finalità a nostro avviso non vengono perseguiti in modo coerente. Poi il testo non sembra affatto considerare  il piano paesaggistico territoriale regionale. Si aggiungono a questo proposito concetti nuovi ma non si comprende come si integrino con la disciplina in vigore. Penso ad esempio all’idea di mosaico”.

Il presidente di Inu Puglia rileva anche un, per così dire, effetto collaterale che si produrrebbe in caso di approvazione del testo così come si presenta nella versione attuale: “Sembra sottendere che l’istituto del piano regolatore generale sia inefficace (in effetti questo è un problema dell’attuale legislazione regionale in materia che il legislatore regionale ha il compito di risolvere e non di evitare). Infatti gli interventi sono previsti (in variante, dove è necessario) per la città esistente e vengono disciplinati prevalentemente nelle Conferenze dei servizi, giudicati caso per caso e sulla base di una Carta della qualità urbana che la nuova norma richiede di redigere ad ogni Comune indifferentemente se sia dotato di un PdF, di un PRG, di un PUG o meno di un DPP (allo stato attuale circa il 60% dei Comuni pugliesi ha avviato la redazione di un nuovo PUG e con questa norma si renderebbe ulteriormente meno utile la redazione del piano generale”. Rotondo, inoltre, sottolinea una contraddizione del procedimento istituito dal provvedimento: “Anche in città ci sono beni paesaggistici e naturalistici, la città non è un’isola, è legata al proprio territorio”. Dunque il vulnus del progetto, per Inu Puglia, sta oggi nella divaricazione tra gli intenti e gli strumenti. Rotondo insiste: “Il tema è importante, innovativo rispetto alle prassi: è importante riconoscere che la bellezza diventi un criterio guida per gli interventi. Ma è contradditorio inseguire la bellezza e istituzionalizzare il piano casa, lasciandone operativi anche gli aspetti che non funzionano: ripeto, penso al fatto che sia in vigore anche nelle zone produttive, creando di fatto conflitti tra la residenze e le attività industriali e artigianali”.

Le richieste della sezione Puglia dell’Inu vanno nell’ottica della collaborazione per il miglioramento: “Abbiamo chiesto di integrare le procedure della nuova legge con i processi di formazione dei piani urbanistici generali. Va salvaguardato ad esempio chi ha avviato l’iter di formazione del nuovo piano, per favorire la pianificazione generale, anche attraverso dei finanziamenti specifici, oltre che attraverso il riconoscimento delle attività già svolte. Inoltre, se proprio si deve rendere permanente il piano casa almeno eliminiamo gli aspetti che non funzionano: non sia in vigore nelle aree produttive e nelle aree agricole, a meno che i Comuni non dimostrino la coerenza e la necessità”. 

A cura di Andrea Scarchilli
Ufficio stampa Istituto Nazionale di Urbanistica 

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