Pgt Milano, il comunicato di Inu Lombardia
21/11/2012
Con la entrata in vigore del nuovo Piano di Governo del Territorio è giunto a conclusione il percorso di adeguamento dello strumento urbanistico di Milano, nel corso del quale si sono manifestate idee e visioni per il futuro della città differenti e per molti aspetti contrastanti.
Un confronto civile che nella diversità di posizioni ha messo in luce le difficoltà che oggi comporta governare l’urbanistica di una grande città, difficoltà che l’irrompere della crisi con il venir meno dei meccanismi di crescita degli anni scorsi ha acutizzato, influendo anche sul cammino del piano e sui suoi esiti.
Sin dall’avvio del procedimento di formazione del PGT l’Istituto Nazionale di Urbanistica della Lombardia aveva segnalato i limiti e i rischi impliciti in alcune scelte che si stavano determinando, tra cui il dimensionamento eccessivo, che la stagnazione economica ha reso più palesemente incompatibile con le prospettive reali di sviluppo della città, la pericolosa attribuzione di diritti edificatori alle aree del Parco Sud e il rischio di una loro compromissione, la programmazione dei servizi alle persone nella sostanza subordinata allo sviluppo privato, una carente visione metropolitana e la insufficienza delle risorse per le infrastrutture, tra cui il tunnel sotterraneo di attraversamento della città, ora fortunatamente eliminato.
La revisione che ha portato alla stesura definitiva ha corretto molti degli aspetti critici iniziali e oggi il Piano, riequilibrato nel dimensionamento complessivo, è caratterizzato da una più adeguata disciplina delle trasformazioni, da una maggiore attenzione all’edilizia sociale, da un più efficace riconoscimento dei servizi esistenti e delle modalità per il loro completamento, da una più concreta corrispondenza tra previsioni e risorse effettivamente attivabili.
Non vanno però sottovalutati i problemi rimasti aperti, che potranno condizionare il futuro della città e hanno radici complesse, non riconducibili solo alle difficoltà tecniche della procedura di variante adottata, che come è noto si è limitata alla riconsiderazione delle osservazioni presentate.
Tra questi è il meccanismo di attribuzione della edificabilità tramite un indice unico indifferenziato applicato all’intero territorio, che unitamente alla libera trasferibilità dei diritti edificatori e alla liberalizzazione delle destinazioni d’uso, se non sarà ulteriormente regolato come richiesto da più parti e dall’Inu, potrebbe vedere le iniziative immobiliari concentrarsi su aree e funzioni di maggior valore a scapito di quelle periferiche, artigianali e produttive, e di una riqualificazione diffusa.
In particolare il PGT non offre ancora risposte adeguate alla dimensione reale di una città che si estende ben oltre i suoi confini amministrativi e che richiedono strategie di rilevanza sovracomunale riguardanti anche funzioni e infrastrutture situate al suo interno. Un progetto che dovrà articolarsi e svilupparsi nella Città metropolitana che si sta costituendo, superando la logica municipalistica che sinora, con rare eccezioni, ha prevalso nei nuovi piani di governo del territorio lombardo.
Il PGT pubblicato è a tutti gli effetti il nuovo piano urbanistico di Milano, colmando un vuoto normativo che non poteva protrarsi più a lungo e tuttavia non conclude il processo di pianificazione della città, che non deve fermarsi, ma da qui può ripartire assumendo una prospettiva più estesa e nel contempo dotata della flessibilità necessaria per corrispondere ai problemi che il divenire di una città regione comporta.
INU Lombardia
Andrea Scarchilli,
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