L’Europa per le città
17/01/2020
E’ notizia di questi giorni quella della presentazione in sede di Unione europea del Piano per gli investimenti sostenibili, su cui molto punta la nuova presidente della Commissione Ursula von der Leyen. E’ il tentativo di rendere l’Unione europea il soggetto guida a livello globale nel contrasto al cambiamento climatico e nella transizione energetica.
Non serve sottolineare che si tratta di un possibile passaggio epocale ma destinato a non avere successo senza il determinante concorso delle città, visto il “peso” di abitanti, di emissioni e di potenzialità innovative. E’ chiaro quindi che diventa decisivo il confronto, che è avviato sia tra gli Stati che all’interno dei singoli Paesi, sul miglior uso possibile, per le città, dei fondi del prossimo ciclo di programmazione, quello che andrà dal 2021 al 2027. L’anno in corso è quello dove maturerà, da parte della UE, la stesura del Regolamento definitivo; allo stato attuale si sta discutendo su una proposta.
In particolare il Dipartimento per la coesione della Presidenza del Consiglio ha istituito cinque Tavoli di confronto, uno per ognuno degli obiettivi strategici 2021 – 2027. Sono i seguenti:
– Europa più intelligente;
– Europa più verde e a basse emissioni di carbonio;
– Europa più connessa;
– Europa più sociale;
– Europa più vicina ai cittadini.
L’Istituto Nazionale di Urbanistica ha partecipato con i propri rappresentanti a tutti e cinque i Tavoli: è evidente infatti già dai titoli come le città, la pianificazione e la progettazione urbana siano coinvolte in tutti gli ambiti. Nel primo entra il tema delle smart city, nel secondo quello dell’ecologia urbana, nel terzo infrastrutture e mobilità, nel quarto l’accessibilità (l’Inu lavora sin dal 2016 con il progetto “Città accessibili a tutti”), il quinto è particolarmente “nelle corde” dell’Inu, visto che chiama in causa lo sviluppo sostenibile integrato nelle zone urbane e nelle aree Interne.
I cinque Tavoli hanno esaurito la prima fase, lavorando sulla bozza di regolamento. Proprio dalle discussioni nei Tavoli emergerà la proposta italiana, che sarà portata in sede europea: il regolamento definitivo stabilirà le modalità di finanziamento, che determinerà a sua volta le strategie degli Stati per la redazione dei programmi operativi nazionali e regionali. Quale visione ha portato l’Istituto Nazionale di Urbanistica ai Tavoli di discussione sul regolamento? La sintetizza Franco Marini, responsabile della Community Inu “Risorse comunitarie per i progetti”: “E’ fondamentale che le Regioni che in futuro dovranno definire i programmi operativi regionali definiscano un documento strategico-territoriale a supporto di questi. Occorre che vi sia una visione territoriale per utilizzare meglio le risorse destinate alla città e al territorio ed evitare che si disperdano in mille rivoli. Riteniamo inoltre che spetti anche ai Comuni avere un ruolo attivo, definendo, autonomamente o in ambito intercomunale, documenti strategici a valenza territoriale. Altrimenti il rischio è quello della improvvisazione e deĺla conseguente scarsa efficacia delle risorse (eventualmente) utilizzate.
Marini sottolinea anche la necessità che le sezioni regionali dell’Inu entrino nel dibattito e siano chiamate a discutere nei tavoli di partenariato che le singole Regioni attiveranno per definire i propri POR. Il 2020 è l’anno decisivo per le strategie e la definizione delle linee di indirizzo per i prossimi anni. Il responsabile della Community Inu non manca di ricordare che la definizione delle strategie e della destinazione delle risorse comunitarie per le città sia anche in generale una nuova opportunità per il rinnovamento della disciplina: “L’urbanistica è visione e governo del territorio, occorre dotarsi di strumenti più snelli rispetto ai Piani regolatori per programmare le risorse comunitarie e nazionali che saranno a disposizione per le città e il territorio. Gli ingredienti per attivare politiche territoriali e urbane all’insegna della sostenibilità sono ben presenti nella proposta di Regolamento per i fondi comunitari post 2020 , ma a condizione che si sappia comporre il “mosaico” delle varie opportunità attraverso una visione strategica- territoriale”.
In conclusione Marini auspica che “ognuno esca dal proprio guscio*”, specialmente in questa fase storica, dove l’Unione europea dichiara di volere percorrere con decisione la strada degli investimenti sostenibili: “Bisogna mettere in connessione risorse e strumenti ed evitare il rischio della frammentazione. Vale anche per le amministrazioni pubbliche, che non devono lavorare a compartimenti stagni, ma mettere assieme competenze e politiche. E’ fondamentale l’integrazione”.
A cura di Andrea Scarchilli
Ufficio stampa Istituto Nazionale di Urbanistica