Il ricordo di Almerico Realfonzo
15/11/2019
L’INU perde un membro effettivo, Almerico Realfonzo di 92 anni, partigiano, urbanista, valutatore. Dopo aver insegnato nell’Università di Bari e Napoli è stato direttore del Dipartimento di Urbanistica della Federico II. Ha fondato la Scuola di Governo del Territorio sotto l’egida di un consorzio delle università campane al cui comitato scientifico ha chiamato – insieme alle Università, CNR, IFEL, Agenzia per le Entrate, Ordini Professionali – l’INU. Così ha potuto continuare, anche dopo la quiescenza l’opera convinta di sensibilizzazione all’urbanistica anche tra settori della pubblica amministrazione e delle professioni che agiscono in campi diversi. Infatti, sebbene professore di Estimo ed esercizio professionale, discipline nelle quali diede importanti contributi specialmente negli aspetti di valutazione dei piani e progetti, continuava a coltivare la sua passione per l’urbanistica e la pianificazione, svolgendo in questo modo, ponti e proiezioni all’esterno e, in special modo, con il mondo dell’economia.
Nella sua attività professionale è intervenuto in importanti processi di pianificazione. Ne ricordo solamente due: la rinascita, ancora attesa, di Bagnoli e il piano della provincia di Caserta. Ad essa ha sempre accompagnato la “militanza” espressa in convegni, incontri, corsi di formazione nonché l’impegno nelle associazioni, oltre all’INU, come l’Ordine degli Ingegneri – commissione urbanistica – o il CENSU. Fino a qualche settimana fa stavamo discutendo l’organizzazione di un convegno sull’urbanistica forense, che, con la sua tempra, affrontava sempre con decisione e dettagliata analisi critica dei contributi da offrire, fedele al suo rigore intellettuale sia in senso tecnico che etico, come mi piace di ricordarlo, associandolo ad uno di quelli che a lui stesso piaceva richiamare come tra i suoi primi maestri: Luigi Cosenza.
Negli ultimi anni ha voluto rievocare il suo periodo giovanile quando, nel 1943, sfollato con la famiglia a Domodossola, si trasferì, successivamente a Milano dove visse gli ultimi mesi di occupazione nazista e partecipò all’insurrezione del 25 aprile del 1945 con una formazione della Divisione Ticino. Ha dedicato quattro libri a questo momento di svolta politica del nostro paese rievocando, senza riuscire a nascondere la nostalgia sotto il suo rigoroso ed abituale distacco, per un periodo caratterizzato dalla lotta partigiana.
Ci mancherà quella energia positiva e quella passione illuminata che spingeva a spingere verso l’alto l’impegno civile e disciplinare.
F. D. Moccia