Le dieci proposte Inu sulla rigenerazione urbana
22/11/2017
Dieci proposte per la rigenerazione urbana. Le ha illustrate oggi la presidente dell’Istituto Nazionale di Urbanistica Silvia Viviani nel corso del convegno organizzato dall’Inu sugli sviluppi del bando periferie alla Triennale di Milano nell’ambito della manifestazione Urbanpromo Progetti per il Paese, iniziativa che ha visto anche annunci da parte del vicepresidente della Commissione parlamentare di inchiesta sulle periferie Roberto Morassut e del responsabile Urbanistica del Partito Democratico Andrea Ferrazzi.
Morassut ha annunciato la data della presentazione della relazione conclusiva della Commissione, il 19 dicembre alla Camera dei deputati assieme a un docufilm e a un volume fotografico.
Ferrazzi ha assicurato l’impegno del presidente del Consiglio Paolo Gentiloni per un nuovo bando sulle periferie (i fondi sono già disponibili) e spiegato che “l’urbanistica e la rigenerazione non possono essere caratterizzati dalla sommatoria di singoli interventi. C’è bisogno di una policy che passa attraverso una governance. Come Partito democratico, lo inseriremo nel programma di governo per i prossimi cinque anni, proporremo un soggetto nuovo, una agenzia all’interno di Palazzo Chigi che abbia la capacità di disegnare e spingere selettivamente i progetti per fare crescere le nostre città”.
Le dieci proposte Inu per la rigenerazione sono articolate in 4 strumenti, 4 riforme, una sperimentazione e un’azione di sistema. Per la presidente Inu Viviani “è possibile sostenere il cambiamento e orientare la pianificazione verso le pratiche di rigenerazione urbana, abbandonando strumenti e metodi non più adeguati. È opportuna una governance centrale delle politiche per le città, che connetta le tante strategie nazionali che hanno effetti territoriali e urbani”.
Tra i quattro strumenti proposti, l’istituzione di un Fondo ordinario per Programmi integrati di rigenerazione urbana. Allo scopo di promuovere Bandi di programmi di riqualificazione e rigenerazione urbana, sull’esempio del Bando Periferie, l’Inu propone che venga istituito un apposito fondo statale ordinario per programmi che contengono l’integrazione di norme per contrasto all’abusivismo edilizio, l’adeguamento sismico, la messa in sicurezza e il rinnovo urbano. La priorità andrebbe alle aree che esprimono forme materiali e immateriali di disagio urbano. Poi un altro strumento è il potenziamento delle risorse/bonus fiscali per il rinnovo urbano se ricadenti in aree urbane degradate (individuate come tali nei piani urbanistici) all’interno della città esistente.
Tra le quattro riforme, quella degli standard urbanistici, attualmente pensati per città in espansione, mentre oggi una rinnovata consapevolezza vede nel massimo contenimento del consumo di suolo e nel contrasto allo spreco energetico i due fattori-cardine. Poi un’altra riforma necessaria è l’introduzione di una norma che equipari la decadenza delle previsioni pubbliche e di quelle private.
La sperimentazione proposta parte dal caso Messina curato dell’Inu per Casa Italia e contempla la messa in campo di un coordinamento di azioni fiscali e di pianificazione per la messa in sicurezza del territorio e del patrimonio edilizio a rischio.
Infine, un’azione di sistema per le città d’Italia: Integrare, coordinare, mettere a sistema, allineare politiche settoriali, alimentare progettualità sono i contenuti dei Patti per lo Sviluppo, di Casa Italia e del Bando Periferie e indicano che occorre una governance centrale delle politiche per le città. Questa funzione fondamentale, strutturale, può essere assunta da Casa Italia, se rilanciata e potenziata in termini di programma, strutture e risorse. Si tratterebbe di una governance multilivello, garante della cooperazione tra attori e competenze diverse, per gestire un nuovo corso di programmi integrati di prevenzione e rigenerazione, a guida pubblica nazionale, con un forte riferimento alle strategie di adattamento alle diverse condizioni di rischio, un grande progetto di resilienza urbana e territoriale di scala nazionale, pienamente allineato con l’impostazione che l’Europa sta dando all’azione pubblica in campo ambientale, infrastrutturale e urbano, nel quale l’urbanistica può e deve svolgere un ruolo centrale di convergenza di saperi e aspettative, rigenerando se stessa.