Le città metropolitane decisive per lo sviluppo del Paese
Dalle dichiarazioni di alcuni dei protagonisti una ricognizione sulle giornate del Festival Inu di Napoli. Nella fotografia – visibili il presidente di Fs Sistemi Urbani Carlo De Vito, il sindaco di Napoli Luigi de Magistris e la presidente Inu Silvia Viviani – l’apertura della Stazione marittima
“Con il Festival Napoli si è confermata un centro del dibattito sulle città metropolitane. Le diverse voci e i tanti interventi convergono su alcune questioni di fondo: acqua, rifiuti, energia, cultura, scuola, porti, trasporto pubblico, strade e ferrovie sono gli investimenti di cui c’è bisogno. Ma non bastano. Per gestirli e cambiare la qualità della vita della città ci vuole l’integrazione dei livelli di governo attorno ai progetti”: traccia così il bilancio della seconda edizione del Festival delle città metropolitane, conclusosi due giorni fa nel capoluogo campano, la presidente dell’Istituto Nazionale di Urbanistica Silvia Viviani. Dopo l’esordio di Reggio Calabria due anni fa, un’altra città del Mezzogiorno è stata protagonista di giornate ricche di spunti, dibattito, riflessioni. L’edizione 2017 del Festival organizzato e ideato dall’Inu e promosso dalla Città metropolitana di Napoli, dall’Autorità di Sistema Portuale del Mare Tirreno Centrale, dall’Associazione Costruttori Edili e dall’Osservatorio Metropolitano di Napoli, aveva come focus specifici caratteristiche e peculiarità che sono proprie della città che lo ha ospitato: dell’urbanistica e del governo del territorio nelle giornate napoletane si sono esaminati e dibattuti i punti di necessario contatto con le politiche infrastrutturali e la pianificazione portuale.
Oltre che una occasione di esame e approfondimento, il Festival è emerso anche come un momento di riflessione calato nel dibattito pubblico. Così il sindaco del Comune e della Città metropolitana di Napoli, Luigi de Magistris, aprendo assieme alla presidente Viviani l’evento ha lanciato dalla splendida cornice della Stazione marittima un messaggio al governo, proprio alla vigilia di un vertice di sindaci metropolitani che avrebbe la giornata successiva “strappato” al presidente del Consiglio Paolo Gentiloni la promessa di un incontro per cominciare a sciogliere i nodi che ancora frenano lo sviluppo dei nuovi enti istituiti tre anni fa dalla riforma Delrio. “Chiediamo una attenzione per le città metropolitane che finora è mancata – ha detto de Magistris – scelte strategiche, impegni normativi e finanziari, non briciole. Le città metropolitane possono e debbono essere strategiche per rilanciare il Paese attraverso uno sviluppo compatibile con il territorio, rendendo protagoniste le persone. Una possibile strada da intraprendere può essere quelle di riservare finanziamenti europei più cospicui da destinare direttamente alle grandi aree urbane del nostro Paese”.
Quello tra sviluppo del Paese e delle sue grandi aree urbane è stata correlazione che ha attraversato tutte le giornate del Festival. Come a dire che non ci può essere crescita per il nostro Paese senza il contributo decisivo delle Città metropolitane. Concetto particolarmente chiaro dai dati messi in fila dalla lectio magistralis del presidente dell’Istat Giorgio Alleva, che ha suscitato interesse e numerose domande. Alleva spiega: “La dimensione ‘urbana’ sta assumendo un ruolo sempre più importante. Le città sono i luoghi in cui la maggior parte della popolazione vive e lavora e i principali centri di ‘produzione’ del Paese. Basti pensare che l’insieme delle 21 principali realtà urbane italiane identificate dall’Istat si concentra su una superficie abbastanza contenuta (l’8,8% della superficie nazionale) ma rappresenta poco più di un quarto della superficie degli insediamenti abitati e, nel 2015, il 36% della popolazione residente (22 milioni di persone). In prospettiva, l’Istituto si è posto l’obiettivo di costruire di un’infrastruttura statistica attraverso la quale ‘proiettare’ il complesso delle informazioni socio – economiche e ambientali che raccoglie sui territori, attraverso l’integrazione di dati amministrativi e dell’insieme delle fonti di cui dispone”.
Carlo De Vito, presidente di Fs Sistemi Urbani, inquadra la centralità delle città metropolitane a partire dalla logica economica e di sviluppo: “Sono lo strumento che si è dato l’Italia per definire la crescita della città come momento per la competizione tra poli locali. In termini globali ormai si ragiona in termini di competizione tra i poli locali. Questo ha un riflesso diretto dal punto di vista delle infrastrutture, perché le città metropolitane sono connesse ai corridoi e alle reti Ten, piattaforme privilegiate di spostamento delle merci e delle persone: qui si sviluppano i processi di mobilità e il ruolo delle Ferrovie diventa fondamentale in una dinamica di connessione, ma anche dal punto di vista dell’accessibilità. Dove si accede alle reti, cioè in corrispondenza delle stazioni, si concentrano le funzioni strategiche, perciò occorre densificare, mettere in moto processi di sviluppo”.
Tra gli interventi che hanno esplorato una delle tematiche centrali per il Festival, quella legata al sistema infrastrutturale, c’è stato quello della consigliera di amministrazione di Anas Francesca Moraci: “Nelle città metropolitane, dove risiede il 70% della popolazione e ospitano i principali players di nuove economie, diventa fondamentale disporre di un sistema infrastrutturale coeso ed efficiente. In una parola la necessità di ‘connessione’, in termini di infrastrutture materiali e immateriali per una migliore qualità della vita e per sviluppare il mercato. Anas, è in prima linea; gestisce oltre 26 mila chilometri di rete stradale ed autostradale ed uno dei principali obiettivi è quello di fornire un sempre migliore servizio. In netta controtendenza rispetto al passato, Anas ha deciso di investire ingenti risorse economiche nella valorizzazione degli asset esistenti, al fine di migliorare gli standard di servizio e i livelli di sicurezza della propria rete stradale. In questi due anni di nuova amministrazione, l’azienda ha molto investito in conoscenza, innovazione e tecnologia, in un cambiamento di impostazione non solo in senso strategico, ma anche programmatico. Se dovessi sintetizzare il contributo Anas al tema della connessione città metropolitane – infrastrutture, lo sintetizzerei nei seguenti punti: manutenzione programmata; ricerca tecnologica e innovazione; nodi urbani e infrastrutture; corridoio europeo nord – sud ‘Scandinavo – Mediterraneo’; la strada come cultura e coinvolgimento sociale, come le iniziative volte a valorizzare alcune grandi arterie Anas: l’A2 ‘Autostrada del Mediterraneo’ e l’A90 Grande Raccordo Anulare di Roma”.
Le criticità sullo stesso argomento le ha messe in evidenza Ennio Cascetta, intervenuto da coordinatore della struttura tecnica per l’indirizzo strategico del Ministero delle Infrastrutture venerdì quando il Festival si è spostato dalla Stazione marittima alla sede Acen di piazza dei Martiri: “Il problema delle città metropolitane italiane è la clamorosa sottodotazione di infrastrutture di trasporti e in particolare di trasporto rapido di massa, ma c’è la volontà dello Stato di investire sui sistemi di trasporto rapido ritenuto priorità nazionale”. Cascetta ha portato degli esempi piuttosto eloquenti: in Italia la dotazione di chilometri di metropolitana è “la metà della media europea”, basti pensare che la sola città di Madrid ha più chilometri di metropolitana di tutte le città italiane messe insieme. Un gap che – come sottolineato – “va colmato” perché la carenza di trasporti su ferro ha ricadute “sulla vivibilità e sulla competitività” ma anche sulle tasche dei cittadini italiani che ‘costretti’ ad avere più automobili è come se pagassero una “tassa occulta” sulla mobilità urbana pari a 1500 euro a famiglia. “Per recuperare il gap – ha evidenziato Cascetta – lo Stato ha previsto un programma per lo sviluppo delle infrastrutture finanziato con 20 miliardi di euro di cui una quota molto importante è destinata alla realizzazione di metropolitane, tram e alla rete di Ferrovie dello Stato che deve avere più valore e servizi per i cittadini delle città metropolitane”.
Città metropolitane al centro della programmazione dello sviluppo, un principio che vale anche per quanto riguarda la prevenzione dal rischio idrogeologico. Lo ha spiegato, nella stessa giornata, Mauro Grassi, direttore della struttura di missione “Italia Sicura”: “Nelle città metropolitane c’è un agglomerato di imprese, popolazioni e beni culturali che le rende di fatto il nervo del Paese. Per questo intervenire in primo luogo sulle città metropolitane è un elemento prioritario per la messa in sicurezza e la resilienza del Paese”. Ricapitolando lo stato dell’arte della programmazione degli interventi, Grassi ha citato Genova, dove sono stati investiti 420 milioni, e Venezia, Milano e Firenze come le altre città dove si dirigerà la linea degli interventi.
L’intervento del Consigliere Luigi Fiorentino, Vice Segretario Generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, è stato incentrato sul ruolo assunto dalle Città Metropolitane nell’attuazione del programma per le periferie urbane lanciato dal Governo. In particolare tale programma costituisce un banco di prova per le Città Metropolitane per l’affermazione del loro ruolo istituzionale, quali strutture di coordinamento delle azioni e nel rapporto con gli enti territoriali attraverso strumenti di cooperazione istituzionale (Intese Quadro, Patti di collaborazione, ecc.). Tale esperienza determina da parte dell’Amministrazione un nuovo approccio alla gestione delle azioni, una robusta operazione di Management per l’organizzazione delle attività e la gestione dei processi di cambiamento, come chiaro disegno strategico. E’ un modello di piena e leale collaborazione tra lo Stato e le Città metropolitane, in una nuova visione di amministrazione pubblica cooperativa: per la cura dello sviluppo strategico del territorio e per dare risposta a specifiche problematiche (marginalità economica e sociale , degrado edilizio, carenza di servizi) alla cui soluzione si è pervenuti attraverso una attiva ed efficace condivisione di finalità e obiettivi di sviluppo.
Andrea Scarchilli
Ufficio stampa Inu