Testimonianze dai luoghi del sisma
14/09/2016
Assieme a un video realizzato da Angelo Patrizio, responsabile Urbanistica di Confcommercio, ad Amatrice dopo il sisma
pubblichiamo di seguito una testimonianza di Fabio, idraulico di 30 anni del paese laziale:
Ho ascoltato tutti e ho atteso, ho cercato di percepire gli umori, lo shock e il dolore di tutti, ho letto e ho condiviso il dolore e l’angoscia di quei terribili momenti. È stato un attimo che ci ha cambiato del tutto e che ci ha tolto tutto, gli affetti, le cose, lo spirito di una comunità. Una comunità severa e chiusa, come vuole essere una comunità di montagna ma lavoratrice ed onesta. Io come chiunque altro mi sono speso, ci siamo spesi per salvare amici, parenti, conoscenti o anche perfetti sconosciuti, abbiamo visto la morte negli occhi tumefatti dei cadaveri, abbiamo sentito l’odore della morte e l’angoscia della rovina. Le mie non sono parole di conforto, né di sprone ad una naturale rinascita dalla cenere. Io ho solo parole di cordoglio, di dolore e pianto, lo straziante grido che si udiva la notte del 24 agosto per le strade devastate di una Amatrice oramai irriconoscibile, i volti segnati e lugubri che testimoniavano un evento che ci cambiava nel profondo senza donarci la speranza che un giorno avremmo dimenticato. Non dimenticheremo le vite spezzate, le amicizie perdute, le unioni che non saranno mai più tali. Abbiamo nel cuore il peso di quei maledetti sassi che ci premono sul petto, che ci tolgono il respiro e che non ci fanno dormire la notte. Ricominceremo, ricostruiremo, meglio sicuramente, ma non cancelleremo mai l’impronta del male della terra e della nostra arroganza nel costruire case di coccio. Per molti anni il nostro luogo sarà il luogo del dolore e delle vite infrante, tutto è fermo in quel momento e lo sarà per molti anni per tutti gli anni di questa nostra generazione.