La scomparsa di Enrico Sisi, il suo amore silenzioso per l’Inu
11/02/2016
Il 10 agosto 2015 ci ha lasciato l’ing. Enrico Sisi, il più anziano membro effettivo iscritto all’Istituto. La notizia ci è stata comunicata solo di recente, in occasione del rinnovo della quota sociale per il 2016. Sisi, con i suoi 99 anni, non solo era il più anziano di età iscritto all’Inu, ma anche uno dei più fedeli: dal 1962, quando venne nominato Membro effettivo, ha sempre rinnovato la quota associativa, insieme all’abbonamento alla rivista “Urbanistica”, così come aveva d’altronde fatto già prima in qualità di socio aderente dal 1953. Per questo suo silenzioso attaccamento all’Istituto gli eredi hanno donato l’intera collezione delle riviste “Urbanistica” e “Urbanistica Informazioni”.
Enrico Sisi era nato a Vicenza il 19 novembre 1915. Laureato in Ingegneria civile nel 1939 a Roma, aveva ottenuto la libera docenza in Urbanistica nel 1961, ed era stato dichiarato Commendatore al Merito della Repubblica nel 1975. Ha insegnato per qualche anno alla Facoltà di Architettura di Firenze, dove maturò l’idea (1969) di istituire una Facoltà di Urbanistica, ma non riuscì a trovare il giusto consenso. Per questo si dedicò all’insegnamento tecnico-compositivo all’Itis di Arezzo, dove fu Preside dal 1969 al 1974.
Aveva combattuto in Africa nella Seconda Guerra Mondiale. Socialista-liberale, molto attento al risvolto sociale delle pratiche pubbliche, aveva individuato nella formazione scolastica e in quella universitaria il senso di riscatto dopo la grande guerra. A questi aspetti aveva dedicato due volumi: Per una riforma organica degli studi secondari e universitari, Badiali, Arezzo 1963; e Per l’istituzione di una facoltà di urbanistica e di pianificazione territoriale ed economica, Zelli, Arezzo 1970. Nella disciplina urbanistica aveva intravvisto il mezzo per aprire il Paese alle visioni moderne europee. Per questo motivo gran parte del suo lavoro, di docente e di professionista, è stato indirizzato a far «cadere l’opposizione psicologica all’urbanistica, che così a lungo ha fatto da sgabello alla speculazione delle aree, che per tanti decenni ha dominato la vita delle nostre città».
Ha all’attivo numerose pubblicazioni in urbanistica e ha avuto una intensa attività professionale, sia in Italia che in Olanda e Germania. E’ soprattutto conosciuto per la puntigliosa attività di ricerca sul Casentino, iniziata negli anni Cinquanta del Novecento e conclusa con l’ultimo volume (di quattro): Note di storia del Valdarno Casentinese, nel 2014.