L’Alta Velocità a Vicenza. Un incontro Inu analizza le implicazioni
15/04/2015
Un’analisi e una riflessione sulle trasformazioni che seguiranno alla realizzazione della linea ferroviaria ad Alta velocità tra Verona e Padova che attraverserà anche il territorio vicentino, il cui progetto è stato presentato nel dicembre scorso. Il seminario “Grandi opere e piccole città”, organizzato dalla sezione veneta dell’Istituto Nazionale di Urbanistica e dall’Ordine degli architetti provinciale a Vicenza, ai Chiostri di Santa Corona, ha esaminato le scelte dell’amministrazione e si è interrogato sui risvolti e sulla modifica degli equilibri dettati dal piano urbanistico in vigore che saranno determinati dai due nuovi scali (quello per l’Alta Velocità e quello urbano) e dall’interramento dei binari nell’area della vecchia stazione, che libererà uno spazio per la città grande come metà del centro storico.
Andrea Rumor, presidente di Inu Veneto, ha definito l’incontro “una tappa di un percorso sulle Città d’Italia che ci porterà l’Inu al Congresso di Cagliari del 2016. Non ci interessa entrare nel dibattito Alta Velocità sì – Alta Velocità no, vogliamo capire che rapporti hanno e come incidono sugli equilibri del piano urbanistico questi interventi che si prospettano a Vicenza. Ci interessa comprendere, in generale, il possibile ruolo delle città medie e piccole rispetto alla realizzazione delle grandi opere”.
Per Marisa Fantin dell’Ordine degli architetti “un’opera così importante deve essere un progetto della comunità, non solo delle amministrazioni. Ai cittadini va data voce, ma bisogna anche informarli. Il seminario prevede il racconto di esperienze di altre città proprio per dare un contributo per cittadini di Vicenza e aiutarli attraverso il confronto a formarsi un’opinione”. Nel corso del seminario, infatti, sono stati presentati casi di interventi in altre città che presentano analogie con quello di Vicenza. Tra questi Reggio Emilia, dove è stata realizzata la stazione ferroviaria fuori dal centro urbano. David Zilioli, in rappresentanza del Comune reggiano, ha spiegato che “la nuova stazione dell’Alta velocità è stata realizzata, come sarà per Vicenza, in prossimità del nodo autostradale e fieristico. Questo per farla sentire la stazione di un bacino più esteso che coinvolge Parma, Modena e Mantova. Adesso la sfida prosegue, e consiste nel capire se è possibile attirare nuove funzioni, che prima non erano ipotizzabili visto che non erano in ballo ‘numeri’ di questa portata”.
Silvia Viviani, presidente nazionale dell’Inu, ritiene che l’incontro risponda all’esigenza di “aprire una riflessione non solo sul caso Vicenza ma in generale sulla necessità che la programmazione delle dotazioni infrastrutturali sia coordinata e funzionale alla progettazione dei luoghi urbani”.
Per informazioni
Andrea Scarchilli
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