Urban Center L’Aquila, un’opportunità da non disperdere
04/11/2014
Alla vigilia di importanti passaggi amministrativi che in Consiglio comunale e nelle commissioni competenti stabiliranno i passi decisivi per la costituzione dell’Urban center dell’Aquila, l’Istituto Nazionale di Urbanistica ritiene importante ricordare il percorso che è stato fin qui compiuto per dare a una struttura che rappresenta un’opportunità per tutta la città. A patto, tuttavia, di non renderla una sorta di associazione che raggruppi soggetti più o meno interessati, più o meno entusiasti, che dietro la copertura della denominazione scientifica si rendano promotori di una sorta associazione di promozione di dibattito culturale. Funzione legittima e utile in altri contesti, ma giova ricordare che l’Urban center, per essere tale e dispiegare la sua azione con efficacia, deve costituirsi e lavorare secondo criteri organizzativi e scientifici, e oramai collaudare quelli che ci si è sforzati di mettere in campo sin dal 2009 con il Manifesto degli Urbanisti e dal 2010, quando l’Inu ha iniziato un processo di interlocuzione e sensibilizzazione dell’Amministrazione comunale dell’Aquila mettendo a disposizione la propria esperienza e le proprie relazioni per la creazione di un Urban Center, ritenuto indispensabile per dare voce ai cittadini, alle Associazioni, ai Comitati sul tema delle ricostruzione, ma anche per creare un luogo permanente di discussione sul futuro della Città.
Dopo varie fasi, nel novembre 2011 viene firmato un Accordo Quadro tra l’INU ed il Comune dell’Aquila, in cui l’INU ha il compito di accompagnare il Comune per la definizione del progetto operativo e la gestione dell’U.C., del Centro di Documentazione della Ricostruzione e del Museo della Città. Il Comitato scientifico previsto dall’Accordo, che doveva essere formato da 4 membri dell’INU e 4 del Comune, viene nominato dal Comune nel novembre 2013, deliberando una compagine diversa da quella prevista dell’accordo, e cioè 3 membri dell’INU, 5 membri del Comune e 2 membri dell’Associazione Policentrica (D.G.C. n. 509 del 06.11.2013), trasformando così nei fatti un Comitato scientifico in Comitato consultivo e promotore. In tale occasione l’INU presenta il Progetto Operativo dell’U.C., e da quel momento inizia il percorso per la sua costituzione.
L’Urban Center proposto dall’INU in collaborazione con l’Osservatorio di ricerca sugli Urban Center (urban-center.org) e della sua rete, assume caratteristiche peculiari in rapporto alla condizione della Città dopo l’evento calamitoso. L’Urban Center INU è pensato come un soggetto “terzo”, una Struttura Operativa di alto profilo che organizzerà il palinsesto delle attività e gestirà le risorse con l’avallo dei soggetti ispiratori attraverso un Comitato Scientifico.
Il progetto di U.C. proposto dall’INU, è stato inteso come start up, ed anche il lavoro del Comitato Promotore, è stato caratterizzato da una fase di avvio, finalizzata a definire lo Statuto e procedure per la costituzione dell’U.C., e da una seconda fase in cui si prevede una sede provvisoria, quella del Palazzetto dei Nobili (nel centro storico) e la costituzione di una Associazione, come nella tradizione delle strutture di questo tipo, denominata “Urban Center L’Aquila” i cui soci saranno reperiti attraverso una manifestazione di interesse, che si spera nel breve termine sarà pubblicata dal Comune dell’Aquila quale promotore. I Soggetti invitati saranno pubblici e privati, Istituzioni, Associazioni, Comitati, etc, che oltre a svolgere il ruolo di fondatori, saranno impegnati a vario titolo nel sostegno economico del Centro. Nel seno dell’assemblea sarà eletto il Comitato Scientifico che a sua volta nominerà la Struttura operativa.
Il modello proposto fa riferimento ai casi di maggior successo di Urban Center in Italia, Torino e Bologna, operazioni che con stili diversi hanno saputo interpretare e innovare in modo originale lo schema di tradizione legato alla cultura giuridica dei Paesi ad atto amministrativo come l’Italia. Nel particolare momento storico che la Comunità urbana aquilana attraversa, non è sufficiente perseguire un modello di “partecipazione formale” nel quale i cittadini, genericamente informati sulle attività della pubblica amministrazione, esprimano il loro punto di vista senza la possibilità di incidere efficacemente sulle decisioni che riguardano l’intera collettività. La costituzione dell’Urban Center va invece orientata a una funzione “enzimatica”, con la creazione di un luogo che costituisce un “catalizzatore” di idee, interessi, posizioni critiche, accomunate in uno scenario di “partecipazione interattiva”, evitando comunque la formula dell’arena pubblica deliberante che avrebbe un ruolo sostitutivo delle istituzioni.
In termini di configurazione spaziale del costituendo U.C. e Museo della città, la maggior parte delle superfici dovrebbero essere destinate al Centro di documentazione della ricostruzione ed a spazi espositivi permanenti/temporanei e ad incontri e manifestazioni pubbliche per presentazione, discussione, confronto critico e valutazione di piani, programmi, progetti, proposte, problematiche connesse agli interventi per la ricostruzione. La restante parte della struttura dovrebbe ospitare uffici e servizi ad uso della direzione e degli operatori: che come detto, dovranno fare capo a un modello di gestione “terzo” e autonomo: l’Urban center deve essere stimolo ma non “ufficio di relazioni” del Comune.
Istituto Nazionale di Urbanistica
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Andrea Scarchilli
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