Convegno “Nuova pianificazione del territorio e riforma istituzionale in Piemonte”

piemonte-aosta02/07/2014
In occasione delle prime fasi attuative della riforma Delrio, l’INU Piemonte e Valle d’Aosta organizza un Convegno sulla necessità di una nuova stagione della pianificazione e del governo delle città e del territorio alla luce delle riforme istituzionali in Piemonte. L’innovazione dell’assetto istituzionale e territoriale delle Unioni di comuni, della Città metropolitana e delle Province e soprattutto le nuove forme di governance che potrebbero svilupparsi, evidenziano l’utilità di un nuovo modo di pianificare il territorio e le città con nuovi piani e programmi formati e progettati con la copianificazione, in cooperazione con gli Enti che governano l’area vasta (Regione) o che sono protagonisti intermedi e locali di un’innovativa governance di essa (la CM, le nuove Province, le Unioni e le Fusioni dei comuni).

Va colta l’importanza e la pertinenza, per il successo del nuovo modello di governance istituzionale, della funzione della pianificazione del territorio (non perdendone di vista la complessità, la transcalarità e l’incrementalismo) che si configuri come “offerta” innovativa (rispetto a finalità, metodi, procedure e soprattutto strumenti); viceversa va considerato come il nuovo modello di governance possa rappresentare una nuova “domanda” di pianificazione efficace e coerente con esso. Si tratta di una tematica che richiede una nuova valutazione della forma e degli strumenti della pianificazione, da affrontare riconsiderando anche i rapporti tra Regione, nuovo Ente intermedio
(metropolitano e non), Unioni di comuni o Fusioni di essi ed i rispettivi piani e compiti di pianificazione del territorio.

Due sono gli ambiti tematici su cui il Convegno propone di sviluppare la discussione e il confronto.
Il primo riguarda il complesso tema della Città metropolitana di Torino, a partire dalla triplice pianificazione (ma con quali strumenti di piano?) che la Legge Delrio le assegna (mentre per le “nuove Province” conserva la sola pianificazione territoriale di coordinamento):
a) la pianificazione territoriale di coordinamento, già delle Province con i loro PTCP; b) la nuova pianificazione territoriale “generale” e delle reti infrastrutturali;
c) l’adozione (triennale) e l’aggiornamento (annuale) del Piano strategico del territorio metropolitano, che costituisce atto di indirizzo della Città metropolitana e per l’esercizio delle funzioni dei Comuni e delle Unioni compresi nel territorio metropolitano.
Serve un nuovo modello di pianificazione che, da un lato e per partire subito, si possa anche avvalere per l’intero territorio della riconferma dei contenuti di coordinamento del PTCP2 vigente ma, dall’altro, preveda un mirato nuovo piano redatto dalla nascente Città metropolitana che potrebbe avere il profilo di un Piano strutturale metropolitano, lasciando ai Comuni competenza e ruolo nella redazione e gestione di Piani operativi e di Regolamenti urbanistici, coerenti con il Piano strutturale metropolitano (limitando di molto la sottrazione di potestà o “sovranità” comunale che costituisce un assai probabile terreno di “resistenza” all’ente metropolitano stesso). Un piano che potrebbe interpretare correttamente proprio quella “pianificazione territoriale generale” assegnata dalla legge Delrio.

Per la Città metropolitana, oltre a quello strutturale, assume però particolare pertinenza l’approccio ed il profilo strategico della pianificazione (con riferimento anche ed in particolare alla programmazione dei Fondi europei); un Piano strategico metropolitano appare cioè un’espressione fondamentale e tipica per le politiche, le azioni ed i progetti integrati urbani e territoriali selezionati per il loro sostegno ad una vision ed ad obbiettivi condivisi.
Nel modo sinteticamente delineato, si svilupperebbe un processo di pianificazione del territorio differenziato ed interrelato, in una filiera più accorciata ed efficace, basato su rapporti di cooperazione-condivisione (agevolati dalla forma del II grado) e su strumenti quali Protocolli, Accordi di pianificazione e di programma, Perequazione
territoriale, Programmi e progetti complessi, Convenzioni.
Dunque alla Città metropolitana spetterebbe la pianificazione configurativa del territorio e di vision ed indirizzo strategico per le politiche e le progettualità; ai Comuni metropolitani spetterebbero i piani operativi e gli strumenti regolativi, conformativi della proprietà, in coerenza ed interazione con i piani della Città metropolitana.
Il secondo ambito tematico (apparentemente più semplice ma in realtà più incerto) è costituito dai territori non metropolitani del Piemonte per i quali il modello di governance della riforma Delrio appare più in ritardo nell’avviarsi ad una fase operativa. Le questioni da affrontare (nuove Province elettive di secondo grado e/o
Unioni per la pianificazione territoriale, gestione delle competenze nuove ed ereditate dalle Province, aggregazioni territoriali ed aree omogenee, questioni finanziarie e di perequazione territoriale…), sono tuttavia anch’esse intrecciate con la necessità/opportunità di una nuova pianificazione del territorio vasto e locale. In
particolare va affrontato il tema dei PTC provinciali vigenti, che costituiscono tuttora riferimento per la pianificazione urbanistica comunale. La nascita, da gennaio 2015, dei nuovi soggetti istituzionali, rappresenta l’opportunità di costruire, attraverso procedure di copianificazione, nuovi Piani attenti all’integrazione fra dimensioni sovra locali e locali dei fenomeni e dei territori.
Il Convegno intende promuovere un confronto di idee e punti di vista attraverso un dialogo basato su interventi programmati di attori del governo del territorio, esperti,  ricercatori, tecnici pubblici.
Il programma

 

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