Verso una rigenerazione urbana possibile: a San Giovanni Teatino l’incontro dall’esperienza di Lisbona
06/06/2014
“Verso una rigenerazione urbana possibile” è il titolo dell’incontro organizzato a San Giovanni Teatino (Chieti), presso la Sala Consiliare, dal Comune in collaborazione con l’Ordine degli architetti di Chieti, l’Istituto Nazionale di Urbanistica (sezione Abruzzo e Molise, Area Pescara), l’Anci e la Città di Lisbona.
Le politiche della capitale portoghese – esposte dall’assessore alla casa di Lisbona Paula Marques – sono state esaminate e assunte come modello per un approccio alla rigenerazione urbana che parta dal basso, attraverso il coinvolgimento dei cittadini. Un esempio sono gli orti urbani, una nuova frontiera di cura e rivitalizzazione del territorio.
Emilia Fino, vicepresidente di Inu Abruzzo e Molise, ha definito la rigenerazione urbana “una pratica che può essere declinata in tanti modi. Una delle possibili declinazioni è quella della rigenerazione che proviene dai cittadini e che già in maniera più o meno diffusa e più o meno spontanea, si osserva essere messa in pratica in aree della città più marginali e dimenticate. Gli “orti urbani” sono un esempio vincente e convincente di tale pratica, e vedono come centrale il requisito della partecipazione dei cittadini, un elemento importante per individuare, appoggiare, sviluppare e sostenere politiche di sostenibilità e come strumento per giungere a soluzioni condivise. Risulta necessario, però, che la partecipazione per essere efficace ed efficiente diventi una pratica continua e ricorrente”.
Marcello Borrone, coordinatore della Commissione Territorio dell’Ordine degli architetti della Provincia di Chieti, ha messo in evidenza come per uno sviluppo più agevole degli orti urbani sia necessario che la pratica della rigenerazione urbana venga messa nelle condizioni di superare alcune criticità, che riguardano “la fiscalità di Stato e la necessità di una maggiore semplificazione procedurale e normativa”.
Antonio Centi, presidente di Anci Abruzzo, ha sottolineato la crescita a livello regionale di un nuovo modello “che vede una collaborazione tra architetti, urbanisti, sindaci e costruttori, un modello che parte da nuove parole d’ordine come rigenerazione urbana e non uso del suolo. Il momento è fecondo e può essere l’inizio di una nuova esperienza di sviluppo, più sostenibile rispetto al passato”.
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Andrea Scarchilli
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