La sfida del nuovo governo locale è l’area vasta. A Udine la discussione nel convegno Inu

17/04/2014
L’area vasta come dimensione ideale per impostare le politiche di sviluppo dei territori. Le alleanze tra i Comuni come possibile slancio per razionalizzare le scelte socioeconomiche e insediative, abbattendo i costi, migliorando l’efficienza e la competitività in una prospettiva di sfida accentuata dai processi di globalizzazione. Casi nazionali, come l’Emilia – Romagna e il Piemonte, ma soprattutto grande attenzione alle peculiarità del Friuli Venezia Giulia. Sono stati questi ì temi al centro del convegno  “La sfida del nuovo governo locale” che si è tenuto oggi a Udine, all’Auditorium del Palazzo di Toppo Wassermann, promosso tra gli altri dalla sezione regionale dell’Istituto Nazionale di Urbanistica (Inu). 

Il presidente di Inu Friuli Venezia Giulia, Eddi Dalla Betta, ha spiegato che ormai è maturata la consapevolezza che per essere competitivi “bisogna essere inseriti in un contesto territoriale competitivo, e per questo c’è bisogno di una visione di area vasta dove le scelte del singolo si integrano con il contesto. L’area vasta può e deve essere l’ambito di compensazione tra le esigenze della competitività e le esigenze della coesione territoriale e sociale. Bisogna andare oltre la smart city, bisogna andare verso la smart land”.

Il concetto e la sfida della “smart land” è stato spiegato da Alessandro Fabbro, segretario generale dell’Anci regionale e sindaco del Comune di Farra d’Isonzo, in provincia di Gorizia: “I Comuni hanno il compito di erogare i servizi di base e garantire la rappresentanza democratica ma devono anche farsi promotori della progettazione dello sviluppo territoriale. Con la smart land essi creano tra di loro connessioni intelligenti che riescono a valorizzare le vocazioni dei diversi territori, ma anche a trovarne di nuove”.

Oltre ai Comuni nel convegno Inu è intervenuta anche la Regione, con l’assessore alle Infrastrutture Mariagrazia Santoro che ha illustrato l’impegno del governo regionale per rendere più efficiente la programmazione di area vasta. La Regione, ha spiegato Santoro, “è impegnata nell’individuare nuovi modelli di sviluppo improntati al rispetto del territorio e ad una crescita responsabile e sostenibile. In questa direzione vanno gli sforzi per rendere operativi nuovi strumenti di governo del territorio, in primis il piano paesaggistico già concertato con il Ministero dei Beni Culturali e che renderà la nostra regione al passo con la Convenzione europea del Paesaggio. Il piano detterà precise regole e obiettivi alla pianificazione in un’ottica di condivisione dei valori dei territori”.

“Al contempo – ha proseguito l’assessore – abbiamo definito forme di semplificazione burocratica per non imbrigliare lo sviluppo in prassi urbanistiche che non aggiungono nulla alle garanzie di tutela del patrimonio esistente, ma appesantiscono i costi e tempi delle procedure. Con la legge di manutenzione metteremo ordine ad alcuni aspetti del settore dell’edilizia e pianificazione”.

In rappresentanza dell’Upi è intervenuto il vicepresidente della Provincia di Udine, Franco Mattiussi, che ha sottolineato l’importanza del ruolo delle Province: “Il concetto di area vasta  passa attraverso il superamento dei localismi in una visione articolata e di rete. Le Province del Friuli Venezia Giulia svolgono e hanno svolto questo ruolo di coordinamento favorendo lo sviluppo di un territorio che per sua caratteristica avrebbe avuto serie difficoltà, essendo suddiviso in una moltitudine di Comuni con dimensioni che alle volte non superano le poche centinaia di abitanti”.

Stefano Lucchini, presidente regionale dell’Unione delle Comunità montane, ha richiamato la necessità di un quadro normativo chiaro che favorisca le sinergie per lo sviluppo dell’area vasta: “I diversi enti e livelli di governo devono avere una divisione chiara dei compiti, senza ripetizioni”.

Per informazioni
Andrea Scarchilli
ufficio stampa Istituto Nazionale di Urbanistica
cell: 329.6310585
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