Punta Perotti, la proposta Matarrese e i nodi da sciogliere: la posizione di Inu Puglia

10/02/2014
La vicenda di Punta Perotti ha un elevato valore simbolico, per Bari capoluogo. La vittoria del ricorso presentato dall’imprenditore Matarrese, sulla modalità con la quale sono stati acquisiti i suoli sui quali sorgevano gli immobili abbattuti ha avviato un processo di revisione, quasi storica si potrebbe dire, delle ipotesi di trasformazione (o di non trasformazione) della costa a sud – est della città di Bari. A fronte della legittimità della istanza di risarcimento di Matarrese, che ovviamente non va messa in discussione, va rammentato che alcuni nodi restano ancora irrisolti.

Il primo nodo è relativo alla tanto discussa “immodificabilità dello Skyline di Bari” derivante dalle Norme di Piano Regolatore Generale, sulla quale si erano espressi famosi giuristi con giudizi contrastanti, all’inizio delle vicende che ci hanno condotto alla attuale situazione. Questo nodo non è stato ancora sciolto, e ancora oggi non siamo in grado di dire con certezza se il Prg ci consente di operare in questo senso, ovvero modificando con evidenza il profilo della città.

Il secondo nodo è rappresentato dall’enorme carico urbanistico già derivante dal Prg di Bari dimensionato da Ludovico Quaroni per oltre 600.000 abitanti, il doppio degli attuali residenti, che (pur diventando il 60% in più considerando i non residenti che vivono a Bari, tra studenti immigrati e city users) è elevatissimo. Tema affrontato anche se in via generale nel redigendo Piano Urbanistico di Bari.

Infine, terzo nodo, esistono ragioni ambientali che precludono l’edificazione a Punta Perotti. Queste ragioni permangono a prescindere dal tipo di trasformazione che si propone, e quindi anche nel caso della proposta Matarrese – Andidero.

Ricapitolando: siamo di fronte ad una città con un piano sovradimensionato: un piano che forse presenta già oggi un vincolo di immodificabilità ostativo alla proposta Matarrese – Andidero. Siamo di fronte ad una città che, a redazione del Piano Urbanistico Generale già avviata, si trova comunque di fronte ad una variante importante da discutere per attuare le nuove proposte. Siamo in una città che si è espressa negli ultimi anni attraverso altre proposte (che, ad esempio, derivano dal Piano Strategico di Terra di Bari), i cui obiettivi sono parzialmente in conflitto con le istanze di sviluppo attuabili sulla base della proposta Matarrese – Andidero. C’è poi da considerare che il Piano Urbanistico Territoriale Tematico, il cui adeguamento nel territorio barese verrà discusso a breve in Consiglio comunale, in poco tempo potrebbe non essere più lo strumento di Pianificazione Paesaggistica Vigente, sostituito da un Piano Paesaggistico Territoriale Regionale (come si auspica) che ha una propria visione dello sviluppo costiero,  che tende a ridimensionare le ipotesi di trasformazione urbanistica sulla costa.

Quindi pur cogliendo la novità della proposta Andidero – Matarrese come un elemento interessante, nell’ottica di una riconciliazione tra pubblico e privato, e nella compensazione di un risarcimento oggi dovuto agli imprenditori, permangono le perplessità sul dimensionamento, sull’opportunità localizzativa rispetto ad altri ambiti di sviluppo urbano già pronti per l’edificazione e meno ambientalmente impattivi, e quindi sulla validità delle questioni ambientali e paesaggistiche ancora in gioco.

Istituto Nazionale di Urbanistica, sezione Puglia

Per informazioni

Andrea Scarchilli
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