Seconda biennale dello Spazio pubblico: gli esiti

03/07/2013
La 2° Biennale dello Spazio Pubblico
Mario Spada – Coordinatore della Biennale

La 2° edizione della Biennale dello spazio pubblico si è conclusa a Roma il 18 maggio con un bilancio positivo. Nella prima giornata sono stati premiati i vincitori di tre concorsi che riguardavano rispettivamente: progetti innovativi legati ai network sociali, progetti di allestimento per mostre dedicate allo spazio pubblico, buone pratiche di gestione; sono stati inoltre premiati i vincitori di 2 concorsi di fotografia rivolti a studenti universitari e di scuola secondaria di 2° grado.
Nelle altre due giornate si sono svolti 27 seminari e workshop che hanno visto la partecipazione di quasi 2000 persone e di oltre 400 relatori. All’evento si è giunti con iniziative quali “il viaggio nei comuni delle buone pratiche” che dal mese di dicembre 2012 a maggio 2013 ha fatto tappa in 13 diverse città e paesi ove le Amministrazioni Comunali hanno organizzato laboratori tematici che hanno coinvolto complessivamente 140 tecnici comunali, 44 amministratori e più di 700 persone. Sono state inoltre promosse 3 call for paper alle quali hanno risposto quasi 200 ricercatori . Infine è stata promossa nel mese di aprile la call “la città che vogliamo”, in collaborazione con la Commissione partecipazione dell’INU, alla quale hanno risposto 30 associazioni di quartiere confermando una sorprendente reattività e creatività sociale.
I numeri dell’adesione indicano un diffuso interesse al tema dello spazio pubblico ma l’efficacia della Biennale si misurerà sui contributi concreti che potrà dare sul piano delle politiche di rigenerazione urbana. Da questo punto di vista un primo fattore positivo è la partecipazione di tanti soggeti diversi, rappresentanti di molteplici interessi: dagli amministratori locali alla cittadinanza attiva , dal mondo dell’impresa e del commercio ai movimenti urbani (ciclisti, artisti ecc), dal mondo della scuola e dell’università a quello delle professioni. E’ acclarato che il successo o l’insuccesso delle operazioni di rigenerazione urbana è determinato dalla convergenza su comuni obiettivi di diversi protagonisti, dalla capacità delle forze locali di unire intenti e saperi, di trovare un linguaggio comune in grado di esporre bisogni e soluzioni condivise.
Dallo svolgimento dei singoli seminari è emerso che questa molteplicità di attori è in vario modo consapevole della complessità della città esistente e che quindi le soluzioni non possono che essere frutto di interazioni tra diversi aspetti tra loro complementari, come peraltro sintetizzato efficacemente dalla Carta di Lipsia approvata nel 2007 dai ministri europei di aree urbane e coesione sociale.
Attraversando velocemente i seminari e i workshop abbiamo un quadro significativo: le potenzialità di ridisegno urbano insite nella dismissione dei beni pubblici e nei beni confiscati (e confiscabili) alla criminalità organizzata; i contributi dell’associazionismo locale per la tenuta della coesione sociale, per condividere con gli operatori economici e le amministrazioni locali le trasformazioni mature e respingere quelle che possono arrecare danni ambientali e sociali; la valenza urbana e sociale di usi temporanei di aree ed edifici abbandonati connessa alle azioni di sussidiarietà che possono svolgere i cittadini attivi nei confronti delle pubbliche amministrazioni nella cura e gestione di aree verdi e di edifici in disuso; l’importanza strutturale dell’economia locale, compreso il commercio al dettaglio la cui crisi sta generando degrado ambientale e insicurezza sociale ; il ruolo delle amministrazioni locali ,dello Stato e della U.E. nella ridefinizione degli strumenti economici e fiscali per favorire la rigenerazione urbana e la ristrutturazione degli edifici adeguandoli a nuove funzioni e alla riduzione del consumo energetico ; il ruolo della ricerca scientifica come supporto tecnico per approfondire gli ambiti di intervento e fornire parametri di qualità ; la pervasività delle tecnologie digitali che allargano i confini degli spazi pubblici fisici e si proiettano verso un futuro che traguarda una città più intelligente; la questione strategica della mobilità urbana che impone uno straordinario sviluppo del trasporto pubblico, il quale, coniugato con l’estensione di spazi pedonali e ciclabili, può costituire la struttura portante della rigenerazione; il ruolo sociale e culturale non sufficientemente esplorato delle scuole di primo grado che, in particolare nelle aree periferiche sono i principali, talvolta unici, spazi pubblici di relazione , centri propulsivi di coesione sociale; la questione cruciale di una concezione del progetto che si faccia carico dei “tempi lunghi” della gestione e manutenzione, in particolare per le aree verdi ed i parchi; il ruolo delle reti di città che possono costruire identità comuni e spazi pubblici a carattere territoriale attorno a caratteristiche omogenee del paesaggio e delle produzioni tipiche; la fragilità del sistema geomorfologico del territorio che necessita di interventi strutturali che, nelle aree urbane devastate da catastrofi naturali, dovrebbero affidare allo spazio pubblico il ruolo di elemento ordinatore della ricostruzione.
Già questo riepilogo sommario dei temi affrontati mostra una sostanziale contiguità di un tema con l’altro e le possibili interazioni .
Il compito della Biennale nei prossimi mesi sarà quello di estrarre dalle tante informazioni e suggestioni emerse i temi portanti che saranno approfonditi confidando in un nuovo impegno di coloro che hanno curato i seminari, organizzato laboratori e workshop, proposto iniziative di studio o di azione territoriale. Il rinnovato impegno potrà consolidare il rapporto con nuovi e vecchi partner . Fermo restando il ruolo centrale di INU, un ruolo di rilievo è stato assunto da CNAPPC (Consiglio Nazionale degli Architetti, Paesaggisti, Pianificatori, Conservatori) che ha sposato con interesse ed attenzione le ragioni della Biennale contribuendo al buon esito dei concorsi e presentando il programma URBAN-PRO finalizzato alla rigenerazione sostenibile dei quartieri. A livello internazionale UN-HABITAT, organismo delle Nazioni Unite con delega agli insediamenti umani, ha portato una visione globale dei temi insediativi e un significativo contributo per l’individuazione di parametri di misura della qualità degli spazi pubblici . Non meno significativa la conferma di partner come Cittalia, ANCI, Ordine Architetti di Roma e Casa dell’architettura, il sostegno di Cornell University e le collaborazioni con AIIT (Associazione Italiana Ingegneri Trasporti) e FORUM- PA.
L’ ampio partenariato favorisce una visione olistica delle azioni da intraprendere, la ricomposizione disciplinare di Urbanistica ed Architettura, la messa a punto di un linguaggio comune la cui struttura sintattica dovrebbe essere affidata al progetto degli spazi pubblici .
L’adozione della Carta dello Spazio Pubblico con la quale si è conclusa questa edizione costituisce un impegno a precisare i fattori irrinunciabili, le invarianti urbane di tipo spaziale e di uso, che devono garantire libertà, coesione, identità culturale. La carta sarà presentata, in collaborazione con UN-HABITAT, in diversi consessi internazionali prima di giungere ad Istanbul nel 2016 in occasione della Terza Conferenza mondiale sugli insediamenti umani. Proprio ad Istanbul che in questo mese ha visto una rivolta popolare in difesa dei valori di democrazia spazialmente rappresentati da una piazza e da un parco ad essa adiacente (vedi estratto dal NYT).
E’ stata lamentata da alcuni partecipanti l’eccessiva quantità di seminari e workshop costretti in un arco di tempo ridotto che non ha consentito la partecipazione a più di uno o due seminari. Questa seconda edizione ha voluto caratterizzarsi come uno spazio pubblico aperto a tutti, capace di accogliere chiunque avesse idee e proposte indirizzate alla rigenerazione , più simile ad una “ fiera di saperi urbani” che ad un convegno ben strutturato. Ma proprio questa scelta ha moltiplicato le informazioni che si sono sovrapposte l’una all’altra senza integrarsi. Nei prossimi mesi quindi si cercherà di “incrociare i dati” e proporre un forum di discussione dei temi principali sia tramite il sito internet sia con alcune pubblicazioni sia con lo spazio concesso da U.I. che in questo numero offre una prima serie di articoli che documentano il lavoro svolto.

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