Carmelo Torre era una persona che non poteva risultare indifferente.
Per alcuni era insostenibile per il suo prolungare le discussioni fino allo sfinimento dell’interlocutore, pur di affermare la correttezza delle sue tesi e la necessità di battersi per equità sociale e tutela ambientale, anche oltre ogni ragionevolezza. Per la maggior parte di noi era una persona creativa e generosa capace di accompagnarti in auto a sue spese per centinaia di chilometri se solo capiva che non avevi alternative.
Formatosi alla scuola di urbanistica di Dino Borri al Politecnico di Bari, consolida il suo ruolo di docente con Franco Selicato di cui diventa collaboratore ma soprattutto amico. L’equità sociale e l’attenzione ai temi ambientali, che anche attraverso gli anni in cui Giovanni Maciocco insegna a Bari sono i temi fondanti di quella scuola accademica, diventano i criteri guida di tutta la sua attività accademica e professionale. Frequentando la scuola di dottorato in “Metodi di valutazione per la conservazione integrata del patrimonio architettonico, urbano ed ambientale”, presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II, si appassiona allo studio dell’Estimo seguendo l’approccio valutativo integrato alla rigenerazione urbana attraverso i metodi di valutazione multicriteri insegnati dal coordinatore Luigi Fusco Girard di cui diviene un noto allievo insieme alla sua amica di sempre Maria Cerreta.
Divenuto professore associato di Estimo al Politecnico di Bari sviluppa in modo innovativo i metodi di valutazione multicriteri applicati agli impatti sociali delle trasformazioni urbane diventando un riferimento in Italia su questi temi. Il suo rapporto con gli studenti non è mai formale, prima di comprendere le capacità di chi gli sta di fronte si interessa alla sua personalità, ai suoi bisogni, ne diventa spesso il mentore, come testimoniano molti dei suoi allievi e le decine di studenti che scelgono di laurearsi con lui in Ingegneria. Sempre disponibile a lavorare con i colleghi e gli studenti, sostiene l’attività dell’Ordine degli Ingegneri di Bari e Taranto (provincia a cui dichiarava spesso di appartenere per averci vissuto con il padre a Castellaneta) mettendo in rilievo la necessità di mantenere l’unità tra professionisti, accademici e funzionari pubblici accomunati dalla medesima laurea.
Nonostante la sua specializzazione e i suoi interessi scientifici nel campo dell’estimo, l’interesse per la città e per le sue evoluzioni non lo hanno mai abbandonato come l’appartenenza all’Istituto Nazionale di Urbanistica (INU) che per lui era una forma di militanza culturale che lo ha portato ad essere per molti anni Presidente della sezione regionale e membro del Consiglio Direttivo Nazionale di questa associazione ambientalista cosi importante per l’evoluzione della disciplina urbanistica in Italia. L’impegno nelle attività culturali e rivolte alla protezione ambientale erano la forma da lui scelta per fare politica nel significato migliore del termine, con una dichiarata appartenenza alla sinistra sociale attenta ai bisogni degli ultimi e degli emarginati che nelle periferie hanno spesso la loro abitazione. Una personalità poliedrica recentemente aggredita da una malattia che stava deteriorando la sua salute progressivamente ma alla quale non intendeva arrendersi, anche grazie alla sua compagna Caterina Rinaldo. Oltre alle sue numerose pubblicazioni, ci lascia una singolare capacità di essere sempre disponibile verso tutti e di impegnarsi anche in imprese apparentemente impossibili se le riteneva giuste.
Francesco Rotondo, presidente sezione Puglia Istituto Nazionale di Urbanistica