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Un anno di Città 30 a Bologna, i dati del successo

30/01/2025

A un anno dall’istituzione Bologna Città 30 vince la sfida della sicurezza e della mobilità sostenibile. Lo dicono i dati diffusi dal Comune, che fotografano esiti persino al di sopra delle aspettative dell’insieme di misure e di interventi che ha introdotto il limite di velocità a trenta chilometri orari in gran parte delle strade del capoluogo emiliano.

Si legge nella presentazione della rilevazione: “In forte calo il numero delle persone decedute sulla strada, quasi dimezzate (10, il 49 per cento in meno), toccando su base annua il minimo storico dal 2013 a oggi (salvo il periodo Covid a mobilità limitata). Inoltre, per la prima volta dal 1991 (il dato Istat più vecchio disponibile a livello cittadino), nessuna persona a piedi è stata uccisa sulle strade di Bologna: sono infatti 0 i pedoni deceduti, e si riducono del 16 per cento quelli investiti”. Inoltre “calano gli incidenti stradali (di oltre il 13 per cento) e i feriti (di poco più dell’11 per cento), con miglioramenti ancora più consistenti sulle radiali (che superano, rispettivamente, il -16 per cento e il -19 per cento). Diminuiscono fortemente gli incidenti più gravi (-31 per cento), classificati dal 118 con codice rosso. Si rafforza il calo del traffico veicolare (-5 per cento) e si abbassa l’inquinamento più legato al traffico urbano (-29 per cento). E’ un vero e proprio boom per l'utilizzo del bike sharing (+69 per cento) e del car sharing (+44 per cento) e per i viaggi sul Servizio Ferroviario Metropolitano nell’area urbana di Bologna (+31 per cento), mentre aumentano in modo significativo gli spostamenti in bicicletta (+10 per cento)”.

Michele Campaniello, assessore con delega proprio alla Città 30, dichiara la “grande soddisfazione” dell’amministrazione e sottolinea: “Il nostro obiettivo è fare sì che non sia più considerata un’utopia totalizzare zero morti sulle strade, e continueremo a lavorare sulla base di questo riferimento. Va ricordato che Città 30 è un insieme di interventi che non si limita all’introduzione del limite di velocità, ma passa anche per un riassetto urbanistico con interventi fisici come il ridisegno delle strade e l’installazione di dissuasori e segnaletica, e si colloca in un contesto ampio dove sono importanti anche l’educazione stradale e il potenziamento della mobilità pubblica sostenibile. Non dimentichiamo che il 70 per cento degli incidenti gravi avviene all’interno della città, e la causa principale è la velocità eccessiva. E’ chiaro quindi che è su questa che bisogna agire”.

Campaniello rimarca anche i numeri che parlano della “crescita della mobilità sostenibile e in sharing e del trasporto pubblico. Significa che il cambiamento delle abitudini, su cui puntavamo, si sta verificando”.

Positivo il giudizio di Vittorio Emanuele Bianchi, presidente della sezione Emillia-Romagna dell’Istituto Nazionale di Urbanistica, che mette in luce oltre ai dati evidenziati da Campaniello quelli relativi al “calo di biossido di azoto: questo conferma che Città 30 è efficace anche per il miglioramento della qualità ambientale della città. Le sue misure e quelle contenute nel PUMS concorrono inoltre, integrate come sono da interventi fisici sulla città esistente, alla rigenerazione degli spazi. E’ la dimostrazione che coordinando interventi fisici e non si contribuisce a una rigenerazione complessiva dello spazio e alla qualità della città pubblica”.

 

Andrea Scarchilli – Ufficio stampa Istituto Nazionale di Urbanistica 

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