Preoccupazione per l’impostazione della proposta di legge 171, la cui discussione si è appena aperta nel Consiglio regionale del Lazio, che riforma diverse leggi in materia urbanistica, in particolare la numero 7 del 2017. E’ la posizione espressa dalla sezione Lazio dell’Istituto Nazionale di Urbanistica, che richiama invece l’urgenza dell’approvazione di una nuova legge regionale sul governo del territorio.
In un documento di INU Lazio redatto da un apposito gruppo di lavoro, composto da Lucio Contardi (coordinatore), Gianfranco Buttarelli, Paolo Colarossi, Daniele Iacovone, Marco Tamburini, Daniel Modigliani, Simone Ombuen e Marcello Seva, si sottolinea che gli interventi che si prospettano “pur contenendo alcune utili innovazioni, vanno complessivamente nella direzione opposta alle effettive esigenze di rigenerazione urbana di Roma e degli altri centri urbani del Lazio”.
La legge 7 del 2017 del Lazio prevede i Programmi di rigenerazione urbana che consentono di concentrare interventi di ristrutturazione e recupero in parti di città, e allo stesso tempo la possibilità, al di fuori della programmazione comunale, di interventi diretti di ampliamento degli edifici in deroga ai piani urbanistici e di varianti al PRG per facilitare il cambio di destinazione d’uso degli edifici e per premiare con incentivi volumetrici il miglioramento sismico e l’efficienza energetica.
Secondo INU Lazio ci si dovrebbe concentrare sul perfezionamento e il potenziamento dei Programmi di rigenerazione urbana “mediante lo snellimento procedurale per i piani, ma anche attribuendo loro risorse pubbliche per attivare strategie territoriali integrate, sociali, economiche ed ambientali”, invece di, come fa la proposta di legge 171, agire sul piano degli incentivi edilizi: “La Proposta di legge 171 va nella direzione opposta: per gli interventi diretti aumenta gli incentivi volumetrici (dal 20% al 30% nelle abitazioni e dal 10% al 20% negli edifici produttivi) e li ammette anche nei comuni sprovvisti di PRG; per i programmi di rigenerazione urbana, agisce solo incrementando gli incentivi volumetrici (dal 35% al 60%) e riduce ad ‘eventuale’ la quota di edilizia residenziale pubblica”. Poi “le varianti urbanistiche relative alla liberalizzazione dei cambi di destinazione d’uso e al miglioramento sismico ed energetico, che nella legge attuale sono di competenza esclusiva dei comuni, nella proposta di legge entrerebbero automaticamente in vigore in caso di inerzia del comune nel ‘recepimento’ delle varianti proposte dalla legge regionale”. Inoltre ulteriori misure previste nella proposta di legge 171 vanno secondo INU Lazio nella direzione da “condono edilizio”, come quelle relative ai sottotetti esistenti e all’edificazione in zona agricola.
L’INU Lazio sottolinea invece la necessità, per raggiungere gli obiettivi di rigenerazione urbana e contenimento del consumo di suolo, di “un governo del territorio che metta al centro piani e programmi costruiti dalle istituzioni locali per rispondere alle specifiche criticità del territorio. Per promuovere una nuova stagione urbanistica orientata alla rigenerazione delle città e dei loro tessuti più degradati servirebbe una nuova legge urbanistica regionale che, sul modello della legge di principi proposta dall’INU, indirizzi il governo del territorio verso strategie di sostenibilità e promuova strumenti di pianificazione più agili, orientati al principio di coerenza (anziché di conformità) con gli obiettivi di rigenerazione. La Regione Lazio solo nel 1999 si è data una legge urbanistica (LR 38/99), spesso criticata per la sua rigidità, mentre le altre regioni italiane negli ultimi 30 anni hanno sviluppato leggi urbanistiche di seconda e terza generazione, più aderenti alle necessità del territorio. L’INU Lazio ritiene che occorra colmare questo gap che penalizza il territorio regionale”.
Per informazioni
Andrea Scarchilli
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