La città dei quindici minuti è nella sua accezione più ampia e visionaria una città del benessere e dell’inclusione. Una città “vicina”. Il 21 ottobre scorso a Napoli, all’Università Federico II, si è svolto il convegno promosso tra gli altri dalla sezione Campania dell’Istituto Nazionale di Urbanistica “The ‘close’ city. Complex values in the human-centered perspective" che ha messo luce implicazioni e aspetti di una concezione estesa e innovativa. L’ottima partecipazione per un dibattito di elevato livello ha confermato il notevole interesse attorno alle questioni di cui si è discusso.
“C’è da dire in primo luogo – spiega Pasquale De Toro, presidente di INU Campania – che la cosiddetta città dei quindici minuti ha un riverbero a scala territoriale che si potrebbe definire la città dei trenta minuti. Da un lato occorre quindi garantire l’accessibilità ai servizi di livello cittadino in quindici minuti, dall’altro a quelli di scala metropolitana in trenta. Il requisito principale è l’efficienza del sistema di trasporto pubblico”.
Tuttavia, prosegue De Toro, dalla discussione che si è sviluppata al convegno di Napoli è emerso che “l’idea della città dei quindici minuti non si esaurisce nella questione trasportistica e nel rispetto dei tempi, ma è piuttosto l’obiettivo di realizzare una ‘città vicina’, che punta al miglioramento della qualità della vita. Per conseguirlo occorre creare nuovi spazi pubblici ed eliminare ogni forma di segregazione urbana ed esclusione sociale. La prossimità della città dei quindici minuti è quindi da intendere in un senso più ampio, come resilienza urbana e territoriale. E’ un concetto legato alla comunità e a quello che le comunità fanno per rigenerare i propri quartieri. Le stesse attività sono ideate e gestite dagli abitanti con il coinvolgimento dei privati e del terzo settore. E’ il concetto di città prossima ai cittadini che sono protagonisti della rigenerazione dei propri quartieri. E’ emerso che le dimensioni di cui si occupa questa città inclusiva e prossima sono un’ottima pianificazione urbana e territoriale, lo sviluppo di un’economia locale e dei servizi, una mobilità efficiente, l’inclusione della natura e della biodiversità, l’inclusione sociale e la partecipazione”.
Il modello di riferimento è Parigi. Del resto, dice De Toro, “Carlos Moreno, che ha partecipato al convegno, vive là e là ha avuto l’opportunità di mettere in atto la sua azione pratica. Interessante quello che ha detto sulle Olimpiadi di Parigi, ritenendo che la scelta di metterle al centro della città sia in definitiva il risultato della concretizzazione del modello di città prossima”.
Nel corso del convegno del 21 ottobre oltre a quella di Moreno ci sono state le relazioni di Peter Nijkamp, Catherine Gall e Karima Kourtit. Nel pomeriggio si è svolta una tavola rotonda con la partecipazione di rappresentanti istituzionali del mondo della ricerca, delle istituzioni, delle associazioni. L’evento si è concluso con un omaggio a Luigi Fusco Girard, professore emerito dell’Università Federico II e membro effettivo dell’INU, per la sua attività scientifica.
Andrea Scarchilli - Ufficio stampa Istituto Nazionale di Urbanistica